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CUORE E BIANCOSPINO

Il Biancospino (Crataegus oxyacantha L.) è un arbusto che può raggiungere anche i 6 metri d’altezza ed è molto diffuso in tutto il mondo. Come dice il nome stesso, è caratterizzato da spine sparse lungo le sue ramificazioni, ha foglie con lobi più o meno marcati, i fiori sono bianco-rosati e raggruppati in corimbi, mentre i frutti sono rossi ed impiegati per fare marmellate o sciroppi.

Risale circa alla fine del 1800 l’utilizzo del Biancospino come rimedio, dapprima in fase sperimentale, per le problematiche cardiache con esiti positivi.
Il suo fitocomplesso ha azione rilassante sulla muscolatura liscia delle coronarie e andando ad abbassare il carico di lavoro sul cuore, aumenta la sua ossigenazione.
Viene impiegato con ottimi risultati anche nell’angina, nell’ipertensione arteriosa e come antiossidante cardiaco.

Il Biancospino può esser considerato come un “cibo” per il cuore in quanto ottimizza il flusso ematico e ne migliora la funzionalità, soprattutto quando il “motore dell’uomo” è messo sotto stress.

I principi attivi che rendono efficace tale droga sono i flavonoidi: essi agiscono come vasodilatatori coronarici migliorando lo scorrimento del sangue al miocardio, riducono la pressione arteriosa negli ipertesi, mentre hanno poco effetto sui soggetti normotensivi.

La droga del Biancospino è rappresentata dai fiori e dalle foglie e si prepara lasciandone in infusione un cucchiaio in una tazza d’acqua per 10 minuti circa, poi si filtra, si lascia intiepidire e si beve.
Tale rimedio agisce immediatamente per le tachicardie, le ansie improvvise, per facilitare il riposo notturno o per migliorarne la qualità, oltre che per controllare la pressione arteriosa.
In commercio si trova anche il suo Estratto Secco in capsule oppure il Gemmoderivato in gocce.

L’utilizzo del Biancospino è sicuro se usato in maniera appropriata e alle giuste dosi, non ha effetti collaterali rilevanti, ma è meglio evitare di assumerlo in concomitanza a farmaci ipotensivi.

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