Ogni bebè ha l’istinto di succhiare il latte dal seno materno, ma alcuni trovano delle difficoltà. Vediamo quali:
- A volte capita che il neonato non venga posizionato correttamente; il suo mento deve essere appoggiato al seno e deve arrivare al capezzolo senza troppi sforzi.
La mamma capisce di aver trovato la posizione corretta quando il pargolo succhia senza farle male ed inoltre deve controllare che la bocca del bimbo contenga non solo il capezzolo, ma anche buona parte dell’areola mammaria.
Per facilitare la poppata occorre sostenere il sederino del neonato per evitare che scivoli verso il basso, causando dannose trazioni al capezzolo e la sensazione per lui di cadere. Il suo collo deve essere piegato un pochino all’indietro, il corpo deve esser rivolto verso la mamma (pancia contro pancia) ed in linea con la testa e le spalle.
- La mamma, forse per un maggior senso di protezione e sicurezza, tende a piegarsi in avanti portando il seno verso il bambino mentre deve essere il contrario, cioè occorre avvicinare il bimbo al seno.
Seduta o sdraiata è indifferente, l’importante è che entrambi siano comodi e rilassati. In commercio esistono dei cuscini specifici da usare durante l’allattamento che aiutano a sostenere il bambino mentre la mamma, seduta, può trovare la posizione più comoda.
Se il bebè succhia solo la punta del seno perchè viene attaccato male si possono formare delle ragadi, cioè delle spaccature dell’areola (ma anche dei capezzoli) molto dolorose che potrebbero pure sanguinare. Nulla di grave: basta riposizione correttamente il neonato ed a fine poppata spalmare del Burro di Karitè bio dall’effetto cicatrizzante.
Quando occorre staccare il bebè dal seno mentre poppa, bisogna introdurre il mignolo nella sua bocca, interrompendo così il vuoto d’aria ed evitare traumi.
Il seno a volte diventa gonfio e duro perchè il latte non riesce a fuoriuscire per una errata posizione del bebè o per uno scarso numero di poppate: ciò causa un’infiammazione che arriva a coinvolgere l’intera mammella ed il bimbo cercherà di poppare con maggiore energia provocando a sua volta dolore e ragadi.
A questo punto si dovrà cercare di svuotare il seno con il tiralatte oppure manualmente e prestare attenzione alla corretta posizione del neonato.
Già dai primi giorni di vita bisogna cercare di rispettare i bioritmi del bambino per cui non occorre svegliarlo per la poppata, ma sarà lui che si “farà sentire” quando avrà fame! Generalmente, nelle prime settimane, le poppate variano da 8 a 12 al giorno (ogni 2-3 ore) ma se il neonato non richiede il latte secondo questa media, la mamma dovrà stimolarlo anche interrompendo il sonno.
Il bimbo va attaccato prima ad un seno e, alla poppata successiva, all’altro in modo da svuotarli entrambi.
Ma come viene prodotto il latte? All’interno della mammella ci sono delle ghiandole apposite collegate a dei canalini (i dotti galattofori) che lo portano il latte fino ai capezzoli. Questo processo è determinato dagli ormoni prolattina e ossitocina: la prima favorisce la produzione del latte e la seconda promuove la sua fuoriuscita.
La suzione del neonato induce la produzione di latte e più succhia, più il cervello della mamma rilascia prolattina quindi maggiore sarà la montata.
La mamma che si trova in difficoltà a gestire l’allattamento non deve vergognarsi. A volte, bastano piccoli accorgimenti per risolvere il problema.
Ci sono comunque i consultori presso i quali si può chiedere consiglio o aiuto.